Il 1 e 2 ottobre ho partecipato al seminario “Ad alta voce. Laboratorio di dizione per interpreti“, organizzato da AITI Marche-Abruzzo-Umbria e tenuto dalla relatrice Alida Piersanti. Alida, attrice, lettrice, insegnante di fonetica e dizione, e molto altro ancora, con grande professionalità e sensibilità ci ha messo di fronte ai tanti piccoli errori che commettiamo quotidianamente.
Oltre a tutti gli impegni professionali, mi serviva proprio un corso di dizione? Prima di partecipare non ne ero certa, ma mi sono fatta guidare dall’istinto. Ne sono certissima ora: sì.
Una dizione corretta, quella che Alida definisce “italiano neutro”, è ciò che ciascun professionista dovrebbe applicare nelle interazioni quotidiane con persone che non siano familiari, amici e originari della stessa area regionale. È ancora più importante per gli interpreti i quali, nel loro lavoro, si rivolgono ad auditori e sale conferenze piene di altri professionisti delle varie regioni d’Italia che pendono letteralmente dalle loro labbra.
Una questione di correttezza, ma anche di rispetto verso i propri interlocutori.
Dopo tanta teoria, dovrò fare molta pratica cercando di raddrizzare qualche “é” chiusa o qualche “ò” aperta che mi sfuggono nel parlato quotidiano.
La relatrice ha citato il DOP – Dizionario italiano di ortografia e pronuncia come valido riferimento per qualsiasi dubbio di pronuncia.
È disponibile una versione on-line oppure quella cartacea (vedi sotto).